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Testimonianze

Jacopo

17 al 26

Agosto 2018

315 Kilometri, 12 giorni, 17 Santuari… ma soprattutto lo scoprirsi Pellegrino a pochi Kilometri da casa, dove sei nato e cresciuto, riscoprendo quello stile di accoglienza e lentezza ricercata che ogni cammino sa donare. Recuperare il senso della Lentezza, perché proprio di questo si tratta, soprattutto dove vivi e dove costantemente sei esposto a quella frenesia e caoticità che segna il quotidiano. Camminare è l'occasione per prendersi del tempo per se, ascoltare e ascoltarsi, ci si sintonizza con le proprie emozioni, facendo e aprendosi ad incontri che meritano di essere vissuti e ricordati e mettendosi in contatto con la parte più nuda, autentica e profonda di sé.

Tra i tanti ricordi che mi accompagnano di questo cammino, un posto speciale in cui ho avuto la possibilità di immergermi è la Manina, una "Chiesa in quota", sospesa tra ValSeriana e val di Scalve, un luogo di una spiritualità percebile, aldila del credo, e dal fascino irresistibile nel punto più alto del cammino.

E poi la Malga Longa, che ho avuto il privilegio di affrontare con Gabriella. La Bellezza di condividerla con chi ha dato vita alla Via mi ha arricchito molto.

Chi cammina lo sa, di incontri durante un pellegrinaggio se ne fanno tantissimi, forse anche perché si ha un atteggiamento molto più aperto verso ciò che è Altro. Così è stato anche per l'Altavia con la preziosissima sensazione che mentre camminavo stava nascendo e si stava sviluppando un'accoglienza anche dal basso. Gabriella è riuscita a fare questo, portare qui quello stile di accoglienza che da Pellegrini hai conosciuto e immediatamente riconosci, all'interno delle strutture di accoglienza che scandiscono l'arrivo e la partenza di ogni tappa, ma anche negli incontri casuali. Così è stato ad Ardesio, dove mentre stavo facendo la spesa in un negozietto poco prima che chiudesse, ho ricevuto un invito e ho condiviso una meravigliosa cena in famiglia.

Fare i pellegrinaggi è una delle poche esperienze che ti consente di vivere nell'essenzialità: ti bastano uno piccolo zaino con l'indispensabile,le tue gambe, una Via. È una dimensione potente i cui vivere relazioni autentiche, non mediate se non dalla voglia di condividere. Si possono scoprire e riscoprire pezzi di mondo meravigliosi, anche dietro casa: non c'è bisogno di andare in posti esotici per trovare tesori come i 17 santuari mariani dell’Alta Via, tutti capaci di regalarti quello spazio di interiorità che un pellegrino va ricercando. Tutto il resto, il meteo, la stanchezza, gli incontri, è imprevedibile. E' Vita.

Lorena

Ottobre

2019

A ottobre 2019 ho partecipato con altre 8 donne al pellegrinaggio "ALTA VIA DELLE GRAZIE" In e-bike. 

 

Siamo state il primo gruppo di sole donne giudate pero' da Franco Zanetti a inaugurare parte di questo splendido tragitto da fare in bici…

Siamo partite da Bergamo salendo la Val Seriana fino ad arrivare a Lovere per poi rientrare a Bergamo in atta' alta..Non sto' a descrivere nei dettagli il percorso perche' non voglio togliervi il piacere di scoprirlo da voi !! 

 

lo sono bergamasca della Val Brembana e conoscevo la Val Seriana solo di passaggio. Mai avrei immaginato di scoprire, cosi vicino a casa, posti cosi meravigliosi. Girando in bici o a piedi si scoprono luoghi unici e bellissimi. La Val Seriana offre un panorama naturalistico fantastico.tutto da scoprire. Ma non solo..paesi e borghi unici e tantissimi lo stupore provato ogni volta che entravo in un Santuario o in una chiesa..chi si sarebbe aspettato di trovare luoghi di culto csi belli.alcune chiesette molto semplici, ma curatissime, altre chiese maestase e bellissime, ogniuna con la sua storia...Come provare a trasmettere a chi legge l'indefinibile emozione Santuari e chiese meravigliose. Davvero impossibile provare a dimenticare toccata con mano nell'ammirare tanta bellezza? 

 

Pedalare nei profumi, nei colori e nei suoni in natura tỉ scioglie il cuore e ti libera la mente… 

 

E' difficile condensare in poche parole il gran numero di emozioni e sensazioni provate in questi giorni.descrivere i momenti personali di raccoglimento e preghiera ai momenti di condivisione e di sane risate che ci siamo fatte…

 

Un'altra cosa che mi ha colpito in modo piacevole e' stata l'affettuosa accoglienza della gente nei vari paesi. Quando ci vedevano 9 donne in bici con gli zaini sulle spalle, ci chiedevano dove stavamo andando e sentita nostra spiegazione ne erano entusiasti. Molte persone si sono rese personalmente disponibili a spiegarci la storia di una chiesa o di un paese o alcune loro tradizioni..Si dice che la gente di Bergamo sia chiusa e poco loquace...devo sfatare questo mito..noi abbiamo incontrato splendide persone!!! 

 

L'augurio che voglio fare a chỉ intraprendera' questo pellegrinaggio e' quello che ogniuno possa compiere un pellegrinaggio che gli consenta di conoscere meglio se stesso, poiche' la vita interiore e spirituale e' un viaggio che va scoperto..e fare questo in un percorso come "ALTA VIA DELLE GRAZIE" e' il massimo I!! Penso di parlare a nome di tutto il gruppo di noi meravigliose donne dicendo che ci sentiamo in dovere di ringraziare Franco Zanetti per averci fatto da giuda e accompagnate in posti unici, favorendo fin dal primo momento, con molta serenita' e simpatia, la crescita di ottimismo, entusiasmo e affiatamento tra tutte noi..e' stato come se di conoscessimo da prima…

 

Non voglio perdere la gioia, la serenità e la pace nel cuore che mi ha lasciato questo pellegrinaggio e Non voglio perdere la gioia, la serenita' e la ogni tanto torno li' guardando le foto scattate in quei giomi. 

 

Un grandissimo GRAZIEEE. anche a Gabriella Castelli che ha avuto la magnifica intuizione e la caparbietà di creare questo cammino…. Sei grande!!!

Sara

10/14

Ottobre 2019

Ciao, io sono Sara 

 

Anch'io ho la voglia di scrivere due righe in merito a questa "Esperienza"" x me Unica in tutti i sensi...PELLEGRINAGGIO INE-BIKE..ALTA VIA DELLE GRAZIE 10/14 ottobre 2019.Partenza e arrivo Bergamo...girando la bellissima Val Seriana.. 

 

Voglio raccontare come ho vissuto con un gruppo spettacolare di donne più la nostra guida Franco Zanetti... 

 

Ho condiviso 4giorni di spensieratezza,risate,fatica ma soprattutto convivenza con persone che nh conoscevo nemmeno...Un gruppo molto bello, affiatato xké abbiamo sempre condiviso tutto senza diverbi o lítigi.. Quello che mi ha colpito di più di questo pellegrinaggio I ospitabilitá ,la generosità della gente di questa valle quando capivano che stavamo facendo il pellegrinaggio..Ho incontrato in questi alloggi dove venivamo ospitate persone con un umanità e cuore grandissimo indescrivibile...Nei Santuari e Chiese disponibilissimi con i loro timbri....Il percorso molto bello sia x i paesaggi sia come percorribilità e segnaletica..Posso solo che consigliarla e viverla a pieno questo pellegrinaggio... 

 

lo ringrazio ancora dopo mesi da questa avventura (che resterà nel cuore)la mia Guida Franco Zanetti le mie care AMICHE MONICA, CRISTINA, LORENA, GIUSI,LORELLA,SANDRA, LORELLA,FIORENZA. augurandomi di poter ancora convididere con loro altre bellissime avventure!

Cristina

10 al 14

Ottobre 2019

Un giorno un' amica mi disse " vorrei condividere con te un mio progetto" detto, fatto. Il giorno 10 ottobre in 8 donne guidate da Franco Zanetti, siamo partiti da Bergamo per percorrere il pellegrinaggio dell' Alta via Delle Grazie in e-bike lungo la valle Seriana. Nonostante non ci conoscevamo tra di noi, ho trascorso 4 giorni in allegria, spensieratezza e a volte di fatica, visitando chiese e santuari bellissimi ed incontrando gente disponibile a raccontarci la storia di ogni singolo posto. Un percorso fattibile per tutti tra boschi, strade, piste cidabili ejraesaggi a dir poco spettacolari e nel momento in cui qualcuno si trovava in difficoltà, subito qualcuno altro correva in aiuto. L'umiltà di ognuno di noi, il condividere quel poco che si aveva, mettere le proprie capacità a disposizione degli altri senza chiedere nulla in cambio, mi ha fatto pensare che ogni tanto bisogna staccarci dalla vita frenetica di ogni giorno, solo così sapremo assaporare al meglio le piccole cose che la vita i offre. Un grazie di cuore a tutti per questa meravigliosa avventura che porterò sempre nel cuore. Cristina

Monica

10 al 14

Ottobre 2019

Essere pellegrini fa bene al corpo e all'anima! Ecco il regalo che abbiamo ricevuto quando abbiamo deciso di affrontare questi 4 giorni insiemi, percorrendo ALTA VIA DELLE GRAZIE. É possibile raggiungere grandi obiettivi personali e condividerli in gruppo solo se si esercitano buoni principi di collaborazione, solidarietà, forza, allegria e preghiera. La professionalità della guida, la nostra organizzazione, l'accoglienza di Gabriella, il gruppo, tutto perfetto, neppure una foratura, il cielo blu!!!! Non era scontato niente! Ecco il regalo bellissimo che ci siamo fatte, magari un po' inconsapevolmente all'inizio. Ma ora è tutto molto chiaro. Direi che qualcuno ha guardato giù! Siamo tutte testimoni di una bellissima esperienza che possiamo solo promuovere e ripetere. Un sincero grazie a tutti voi! lo sono pronta mi sto allenando e apoena posdibile vi aspetto per finire insieme quello che abbiamo iniziato: Montisola arriviamo!!

Michele Plescia

Luglio 2020

Luglio sta per finire ed è tutto pronto per il cammino del Nord di Santiago e per andare a fare surf.

La vita non è però sempre come te la aspetti: a pochi giorni della partenza la situazione sanitaria in Spagna cambia i tuoi piani.

Mentre stai cancellando a malincuore il tuo volo per San Sebastian, ti tornano in mente quelle parole di don Valentino dette quasi per scherzo in una cena tra amici: “visto che ti piace camminare, perché non vai a fare l’Alta Via delle Grazie?”. Ricordi di aver cortesemente declinato l’invito pensando in cuor tuo: “se devo fare un Cammino piuttosto vado a Santiago ...”.

Poi però, vista la situazione, fai una breve ricerca su Google. Questa “alta via” sembra interessante...: 315 km in quota, 13 giorni di cammino, ospitalità in santuari e monasteri in mezzo alle montagne...

La decisione è presa. Si parte. E il cammino inizia subito col botto: durante la tradizionale benedizione del pellegrino alla Chiesa di Santa Maria delle Grazie realizzi che è proprio il giorno di Santiago (25 luglio)!

Immediatamente, vieni proiettato in un mondo incontri inaspettati con le persone che Dio ti mette sulla strada nella cornice dei paesaggi splendidi attraverso molteplici luoghi di devozione popolare mariana.

La sera prima della partenza, dopo la benedizione, vai a cena con don Valentino a cui racconti la storia che ti ha portato lì.

A pranzo il primo giorno di cammino sei già ospite al Santuario della Madonna del Perello da don Roberto che ti ha preparato polenta fatta con il mais del suo orto e uno splendido arrosto, oltre a torte fatte in casa.

Il giorno dopo è invece la volta del santuario della Madonna del Frassino. Dormi in mezzo alle montagne. La mattina poi fai colazione alle 5.30 con il custode Boris e inizi subito a camminare nel bosco tra i caprioli.

Poi, qualche giorno dopo, a Parre andando alla ricerca del parroco per farti timbrare la credenziale del pellegrino [ndr: il “passaporto” che consente di accedere ai luoghi di accoglienza], fai una scoperta insolita: “dov’è il parroco?” chiedi. “È in campo coi ragazzi” è la risposta. Guardi nel campo da calcio ma non lo vedi. Poi il tuo sguardo viene attratto dal calcetto saponato e - mentre pensi a quanto sia pericoloso - guardi meglio e – cosa da non credere – vedi un ultrasessantenne che sta giocando: trovato il parroco di Parre... Il giorno dopo devi svegliarti alle 5.30, ma passi tutta la sera a parlare con lui che ti racconta del suo periodo in missione in Bolovia, del centro polifunzionale che ha costruito in quel paesino sperduto dove ha ospitato anche un concerto dei Nomadi! Quando è ormai mezzanotte, vai a dormire, stanco ma pieno di gratitudine!

Ma le sorprese non finiscono. Quando il giorno dopo sei in arrivo a Novazza, chiami Anna Serena che con Amedeo dà ospitalità ai pellegrini in quel paesino: “vieni che Pasquina [ndr. una amica che soggiorna nello stesso stabile] ha preparato le lasagne!”. Appena arrivi ti senti a casa. Anna Serena ti porta a vedere la chiesa dedicata all’Arcangelo Michele (“ti chiami Michele non puoi non vederla”). Poi scopri che in quel paesino di 130 anime pulsa un cuore pieno di passione per il mondo: nel cimitero le signore del paese hanno commissionato agli iconografi di Seriate un’immagine del Cristo risorto

disegnato secondo la tradizione ortodossa, che campeggia in quel camposanto dove vedi ancora vive le ferite della pandemia.

Il giorno dopo a malincuore dopo la colazione parti di prima mattina alla volta di Ardesio dove trovi ospitalità nella casa del pellegrino nel centro del paese, dove si sta svolgendo la nota rassegna enogastronomica DiVino. Anche qui l’accoglienza è fantastica. Fabrizio, ex sindaco della città, ti porta in giro per le vie cittadine e - davanti a un aperitivo - ti racconta della sua città dove la pro loco è stata presa in mano da un gruppo di giovani sotto i trent’anni affezionati al loro paese.

Il giorno dopo si riparte e le sorprese non finiscono. A Lovere vieni ospitato nel monastero delle Clarisse con camera vista lago e la sera resti a parlare un’ora e mezza con la superiora che ti racconta della sua vocazione e di come, stando chiusa in quelle quattro mura, ha incontrato più persone di quelle che avrebbe incontrato fuori. La sera e la mattina preghi con i i salmi insieme a loro. Ti senti così accolto che ti fermi un giorno in più lì da loro per fare un po’ di silenzio e ringraziare Dio della bellezza che ti ha regalato in questo cammino.

Anche a Gandino sei ospite delle suore (le Orsoline) e poi nell’ultima tappa ti fermi a Fiobbio dove prima di cena resti a parlare con il parroco oltre un’ora e “fai la conoscenza” della beata Pierina Morosiniche ha è rimasta nel cuore di quel paese.

Quando il giorno dopo fai il tuo ingresso a Bergamo non ti sembra vero di aver già fatto 13 giorni di cammino e 315 km.

Quando ti rilasciano la “Grazia” [ndr.: il documento che attesta il completamento del Cammino] nella Basilica di Santa Maria Maggiore, in Città Alta a Bergamo, sei pieno di gratitudine per chi questa via l’ha pensata e resa possibile e, soprattutto, a Gabriella che è stata sempre disponibile al telefono per qualsiasi necessità.

Prima, da riminese cresciuto sulla spiaggia con gli infradito, non sapevi neanche cosa fosse la val Seriana, e adesso ne hai già nostalgica, non solo degli splendidi paesaggi e della fantastica tradizione gastronomica, ma soprattutto dei volti dei santi, quelli in cielo (la val Seriana ha dato i natali a tanti di loro) e quelli... sulla terra che ti hanno accolto e fatto sentire sempre a casa.

Con questi ricordi negli occhi e nel cuore anche il lavoro che riprende non potrà più essere lo stesso.

Il Cammino di Santiago ... effettivamente, poteva attendere!

Alice

9 al 15

Maggio 2021

Ciao a tutti 

Mi chiamo Alice, da un po' di mesi mi sono soprannominata #aliceincammino❤️

Sono sempre stata amante della montagna, pratico trekking da anni ad un livello adatto alle mie capacità. Nella mia testa da un po' mi frullava l'idea di tirare fuori dal cassetto un sogno...e finalmente questo sogno si è avverato.

Il 9maggio2021 sono partita con Farovia (la mia guida top) per il cammino Alta via delle grazie. Come prima esperienza ho pensato di fare le 7 tappe. Ho camminato per un totale di 150 km oltre 6000 metri di dislivello in ascesa e altrettanto dislivello in discesa. È stata un esperienza meravigliosa , ho scoperto di avere una determinazione, una forza ,mi sono sentita da subito dentro in questo mondo stupendo che è il cammino. Ho visto posti meravigliosi,il cammino è stato realizzato molto bene , segnaletiche perfette con queste tavolozze sul percorso che leggendole ti commuovono ma nello stesso tempo ti danno la carica di andare avanti non mollare mai. E così ho concluso le mie 7 tappe con una grinta che non mi aspettavo. Finalmente ho la mia prima credenziale il mio primo testimonium . Il cammino ti gratifica ti da forza coraggio ,mi ha fatto scoprire un mondo nuovo il cammino fa bene al cuore e alla mente.

E si...mi sento pronta ...convinta che questa sarà la mia strada . Questo è il mio mondo il cammino il trekking le mie montagne. 

Grazie di ❤️ 

Ciao

Angelo,Ermanno e Piergiorgio

Maggio 2021

Ciao Gabriella 

Questa mattina abbiamo ritirato la Grazia.

Segno della fine del nostro cammino .

Un cammino condiviso, vissuto in modo semplice, pieno di bellezza, io e Ermanno e per un pezzo il nostro amico Piergiorgio abbiamo condiviso momenti di fatica ,riflessioni, e spensierata allegria .

Chiacchierare con la gente che incontravamo e spiegare cosa è questo cammino ,perché fare tanta fatica. Quando si arriva a fine tappa si incontrano delle belle persone che ci hanno accolto con un bel sorriso, senza chiedere nulla.

Gabriella ci hai donato dei momenti di gioia e condivisione 

GRAZIE 

Angelo, Ermanno, Piergiorgio 

Un abbraccio

Gastone Piacentini

Agosto 2021

Un viaggio tra consapevolezza del proprio io e simbiosi con la natura che induce a riflettere su se stessi.Da ragazzi si correva in lungo e largo attraverso la campagna, lungo stradine polverose fiancheggiate da alberi posti sulla riva di fossati o canali che impedivano allo sguardo di andare oltre i campi di erba, di frumento o granoturco. Ma si sa che per i bambini il paese è solo un posto come un altro, dove vive la famiglia, dove c'è la scuola e gli amici con cui giocare. Le montagne erano lontane, quasi invisibili, sicuramente irraggiungibili. Il primo approccio con le vette in età adolescenziale. Un ricordo indimenticabile. Camminate senza fatica, facilitati della gioventù, dalla spensieratezza e dall'incoscienza. Le cime erano le Dolomiti, ora patrimonio dell'umanità. Queste per me erano le montagne. Le nostre valli un enigma, nomi sentiti solo perchè qualche benestante del posto riferiva dei propri giorni  di villeggiatura o perchè qualche amico trascorreva in "colonia" il periodo delle vacanze estive. Luoghi ignoti per me della bassa pianura confinati nei ricordi, senza una precisa collocazione. La vita poi propone altre strade, mete turistiche lontane, ignorando ciò che è più facile raggiungere. Più tardi si scopre, per un desiderio arcano di voler conoscere il proprio territorio, le valli, ciò che sta sopra il capoluogo e quindi in fondo le proprie origini. Inevitabile un rimprovero ed un grande rammarico per non avere mai considerato ciò che ci sta accanto, per non avere mai indagato, visitato, percorso e quindi per non essersi resi conto, di un patrimonio così educativo, semplicemente perchè l'ingranaggio pubblicitario ci impone di trovare l'interessante altrove. Questo è parte di ciò che si conserva nel fondo del proprio inconscio, finchè improvvisamente arriva un preciso messaggio: preparati al "Cammino Alta via delle Grazie". Indicazione che racchiude in sè un messaggio permettendo di realizzare un bisogno che faticava a trovare un appagamento, tanto più se questa comunicazione provienie dal proprio figlio. Un invito che  rappresenta per un padre  il compimento di un grande sogno. Fare un cammino, permette di approfondire la conoscenza di se e di chi ti sta vicino, senza le interferenze dei ritmi della abituale quotidianità, sperimentare la fatica, conoscere luoghi e percorsi del territorio, colmando una lacuna; elementi e valori che chiariscono il senso dell'esistenza, credendo ai quali l'uomo spende tutta la vita. Inevitabile il periodo di preparazione e di approfondimento del percorso. Questo si deve alla determinazione di Giovanni Battista Merelli (detto Giamba) (scomparso prematuramente per la sua temerarietà nel recente febbraio) e Gabriella Castelli che ora con ostinazione tipica di chi ha forti convinzioni, continua a mantenere rinnovato questo cammino, inaugurato nell'agosto 2018. La loro profonda conoscenza ha permesso di tracciare un tragitto non usuale che partendo, dalla Basilica di Santa Maria delle Grazie di Bergamo, riscoprendo antichi sentieri e mulattiere si snoda per circa 300 Km lungo tutti i versanti della val Seriana, addentrandosi in altre valli collaterali note e meno note per arrivare dopo 13 giorni di cammino nuovamente a Bergamo in Santa Maria Maggiore. L'itinerario, dalla principale via maestra della val Seriana, si inoltra nella riservata e tranquilla val Grù, ci fa  assaporare la dolce frescura della val di Vertova, un'oasi di "chiare fresche e dolci acque". Si cammina nella val di Riso, sorvegliati dal Cristo Redentore, si prosegue su tratti della Valcanale tra prati e boschi guardati dalle alte ed imponenti cime rocciose del massiccio dell'Arera. Si sale al passo della Manina dove la rosa dei venti ci indica le grandi vette orobiche che appaiono giganti e maestose, ardite e spettacolari quasi inaccessibili: il pizzo Coca, Redorta e Recastello, inoltre le cascate del Serio con il rifugio Curò e ci fa posare lo sguardo nella val di Scalve. Il sentiero ci conduce nella Val Sedornia con lo splendido panorama del lago Spigorel che riporta alla memoria lo scenario dolomitico dell'Alto Adige. Una scoperta il paesaggio pittoresco della val di Tede sovrastata dalle cime della Presolana e la val Borlezza, posta trasversalmente tra la Val Seriana e la val Camonica. Si sconfina nell'Alto Sebino con il Lago d’Iseo e Montisola, con lo sfondo del monte Guglielmo e della Corna Trentapassi. Ci si inoltra nei pianori erbosi della val Cavallina e si transita sui sentieri della val Rossa, con vegetazione di bassa quota. Si percorre la val Gandino, ricca di storia e tradizioni, e scrutando le "cinque terre" dall'alto, si arriva nella ridente val di Lujo. Valli orgogliose della propria identità e della propria storia con insediamenti urbani del fondovalle ricchi di tradizioni, di arte e di cultura, in un susseguirsi di palazzi, chiese, santuari e torri che raccontano l'importante ruolo che hanno ricoperto nella storia. Basti citare Alzano Lombardo, Vertova, Ardesio, Gromo, Gandino, Clusone che conservano nel tessuto urbano del centro monumenti civili e religiosi dell'antico passato in grado di testimoniare da soli l'anima storica del borgo. Le valli montane nei secoli, fino a tutta l'età moderna sono state un sistema di rapporti e comunicazioni, di economia e commercio alla base di una florida economia, confermata dalla presenza di costruzioni architettoniche religiose e civili, con importanti opere d'arte commissionate ad artisti di alto livello, destinate anche a paesi oggi minusculi o quasi sperduti (come il polittico di Cima da Conegliano ad Olera o la cappella Marinoni a Cerete). Di certo si rimane frastornati nel vedere la quantità, la bellezza, la varietà e complessità  di tutto il patrimonio artistico: affreschi, pale d'altare, tele, sculture, architetture, paliotti, reliquiari ed opere d'arte etichettate come minori, che datano dal medioevo all'età moderna, presenti nelle numerose chiese e musei. Solo la stanchezza e la consapevolezza che ogni paese merita il viaggio ed il proposito di ritornare appositamente per rivedere ogni singolo monumento, previene la sindrome di Stendhal. Non sorprende quindi che queste terre abbiano dato origini ad artisti di rinomata capacità e fama come il Salmeggia detto Enea Talpino da Salmezza, Moroni da Albino, Alessandro Bonvicino, detto il Moretto, (Ardesio si contende la natalita con Brescia) e la grande dinastia dei Fantoni da Rovetta. Singolari di questa bottega oltre le varie opere sparse, sono i gruppi scultorei del compianto sul Cristo morto che si trovano sia ad Ardesio che a Clusone che a Rovetta. Come non essere stupefatti difronte alle Sacrestie di Alzano o del confessionale in Santa Maria Maggiore a Bergamo. Dopo ore di cammino in solitari silenzi, l'arrivo in luoghi affollati e di giusta giocosità vacanziera come Selvino, Lovere, Castione della Presolana, anche se ci riportano nelle confortante normalità, creano un certo disagio ed un desiderio di momentanea fuga per ritornare nella pace della propria mente. Si ritrova la quiete attraversando i piccoli e ordinati insediamenti rurali come Maslana, Olera, Bondo di Colzate, Chignolo d'Oneta, Plaza, Bani di Ardesio, Ortello, Botto Alto, Ogna, Ruscio, Cerete, in cui val la pena perdersi volutamente, zigzagando a capriccio fra i vicoli, chiara memoria di un passato lontano, dove uomini semplici avevano dimestichezza con la fatica. Scorci ed immagini in cui domina il silenzio interrotto talvolta solo dal fruscio degli alberi e dell'acqua dei torrenti in netto contrasto con il rumoroso e disordinato fondovalle che presenta evidenti segni delle fasi d'inurbamento e l'impronta della caotica operosità moderna. Il cammino tocca inoltre ben 18 Santuari Mariani, immersi nel silenzio della natura, ognuno con una storia meravigliosa e un messaggio spirituale da scoprire. Edifici sorti in seguito ad apparizioni od a eventi miracolosi, testimoni di quella profonda fede e devozione che ha spinto le comunità, con enormi sacrifici, a costruirli. Oltre a queste opere di risaputa notorietà, si incontrano numerose cappelle, edicole, nicchie, pitture murali lungo sperdute mulattiere, al culmine di tribuline, ai crocicchi di sentieri, dipinte da incerti artisti con i rudimenti del sapere che ritraggono più spesso la Vergine Maria con il Bambino, con Santi che il tempo e la poca conoscenza non ci permette sempre di individuare, di frequente San Rocco o Sant'Antonio abate, immagini della Pietà, di Gesù crocifisso o della Deposizione, tratteggiati con un sentimento popolare di una fede intensa. Immagini semplici, dalle fisionomie approssimative e dalle impostazioni semplicistiche, espressione di bontà,  di devozione religiosa e di implorante necessità di protezione e benedizione. Una continua interazione tra uomo, natura e fede che ha portato a formare un patrimonio di conoscenze, credenze e tradizioni. Figli di questo  forte legame da sempre presente  che unisce devozione e religiosità popolari sono importanti fedeli come il Beato Tomaso Acerbis frate cappuccino nato ad Olera, il Beato Alberto frate domenicano nato a Villa D'Ogna, le sante loveresi Bartolomea Capitanio e Vincenza (al secolo Caterina) Gerosa fondatrici dell'Istituto delle Suore di Carità e la Beata Pierina Morosini nata a Fiobbio a cui sono stati dedicati importanti luoghi di culto. Non mancano però le sorprese: incontri casuali con persone anziane che si identificano nella nostra fatica per averla sperimentata in pericolose avventure giovanili; una sequenza fotografica di volti e personaggi solcati dalla fatica del lavoro, immortalati da Tito Terzi appesi nel salone da pranzo a Novazza; gioielli architettonici con affreschi di antica data, salvati dalla volontà dei pochi abitanti come la Chiesa di San Michele Arcangelo a Colarete o la sorpresa della Chiesa di San Sebastiano a Nembro ed altre numerose chiese spesso trovate chiuse per proteggerle dall'imperante incuria umana di una civiltà poco rispettosa. Il cammino Alta Via delle Grazie è sicuramente un cammino lungo, duro e faticoso con incessanti saliscendi ed importanti dislivelli. Ma se vi è disponibilità ed attenzione si trovano luoghi ed ambienti naturali incantevoli, angoli e particolari di sicuro interesse, testimonianze religiose ed importanti opere d'arte. Il simbolo del Cammino  contraddistinto da un quadrifoglio giallo su sfondo blù, insieme alla freccia di colore blu, ci guida in tutto il percorso, togliendoci il timore di perdere la traccia, permettendoci così di camminare su percorsi  solitari, immersi nella natura, tra prati, boschi e rocce, di concentrarsi su profumi, suoni, sensazioni in compagnia della  nostra fatica e dall'incedere dei nostri passi stanchi. Un viaggio tra consapevolezza del proprio io e simbiosi con la natura che induce a riflettere su se stessi, per ritrovare serenità ed equilibrio, perchè quando non si è in grado di capire se stessi non si è in grado neanche di capire gli altri. La vita ci ha messo spesso su percorsi tortuosi e controversi, ostacoli e bivi, queste esperienze hanno però formato e forgiato la coscienza, permettendoci di diventare ciò che siamo oggi.

Paola

Agosto 2022

Innanzitutto perché sono partita? Perché dopo aver fatto altri cammini, mi sembrava giusto percorrere quello che ho “dietro casa” (abito a Brignano gera d’Adda, nella bassa bergamasca) e poi perché non avevo per niente voglia di prendere treni e perdere giorni delle brevi ferie solo per raggiungere qualche posto in Italia per partire a camminare, e poi dover tornare indietro. Mi è sembrato un buon compromesso, questa Alta via delle Grazie. Con mille dubbi per il caldo, per il dislivello, perché sono partita il primo giorno di ferie, abbastanza stanca dal lavoro, ma con la promessa di più persone che in caso di problemi sarebbero venuti a recuperarmi ovunque fossi.

Parto sempre senza troppe pretese, senza leggere troppo le esperienze di altri, informandomi solo sull’essenziale, il resto verrà man mano. Cammino perché mi fa sorridere. Nonostante la fatica, il sudore, la stanchezza, il sonno (dormire 10 notti in 10 posti diversi a un certo punto mette un po’ alla prova!), con il mio zaino in spalla, essenziale ma più che sufficiente, le mie preziosissime scarpe e un po’ di incoscienza.

Ho incontrato tante persone sull’AVDG che mi chiedevano dove andassi e quando raccontavo, la parola che sentivo sempre era “complimenti!”. Ma complimenti per cosa? mi sono chiesta a un certo punto, alla fine sto solo camminando. Mi sposto da un punto all’altro, come gli uomini hanno sempre fatto dalla notte dei tempi. Io non faccio proprio niente di speciale, sto solo camminando, a volte per inerzia. Eppure, è sempre stato bello scambiare due parole, trovare cordialità e curiosità.

L’AVDG è stata speciale. È il Cammino di casa e sono orgogliosa di avere attraversato Bergamo e le nostre montagne come pellegrina. Ho incontrato alcuni amici, passando nei paesi in cui erano in vacanza o da casa loro: credo che gli incontri fatti durante un Cammino siano speciali, se accadono è perché quelle persone hanno un significato grande per la mia vita. Ringrazio ciascuno di loro per avermi accolta, seguita e accompagnata. Poi gli incontri inattesi con altri pellegrini o con chi mi ha accolta per dormire o mangiare: questo è la condivisione che si respira nel Cammino. Ci sono stati ovviamente i momenti difficili, km lunghi e noiosi, caldo e sudore, stanchezza, voglia di mollare, sentieri a tratti difficoltosi… li ho soprannominati i momenti “Grazie al c….”, ma forse non lo posso dire 😊.

Ma quando penso all’AVDG, penso alla bellezza dei paesaggi che si aprono all’improvviso e che mi hanno fatta persino commuovere, all’emozione di arrivare in città alta a mezzogiorno piena di turisti e io con gli occhiali da sole e le lacrime che ogni tanto facevano capolino. Essere arrivata anche stavolta, piena di incontri, di emozioni, di esperienze. E quando tutte le mattine andando al lavoro vedrò Bergamo e tutte le montagne, fino alla Presolana, potrò dire di averle percorse sulle mie gambe!

Il nome Alta via delle Grazie richiama per me proprio quello che è un Cammino: è grazia, provvidenza, condivisione, è trovare sempre tutto quello di cui ho bisogno, sorprendermi di tutto quello che ricevo. Quandi sono sul Cammino non mi manca proprio niente. Sorridere. È difficile spiegarlo, ma è tutto questo.

Ringrazio tutti quelli che mi hanno seguita da casa, attraverso le foto che alla fine di ogni tappa metto su whatsapp (non ho social, scelta di vita: i veri incontri sono quelli dal vivo) e che in questi giorni mi incontrano magari per strada e mi dicono che mi hanno seguita, mi dicono “brava!”. Questo mi fa veramente piacere perché io parto da sola, ma non sono mai da sola anzi!

Ringrazio te Gabriella per la cura che hai di ogni pellegrino sulla Via, per la passione che ci metti nel sistemare la segnaletica, perché si percepisce che ci metti il cuore in questo Cammino. Avendone fatti altri devo riconoscere che non è per niente scontata un’organizzazione e una cura così.

Ringrazio infine il Cammino, perché mi dà sempre tanto.

Angelo e Paola

Agosto 2022

Io e mia moglie Paola abbiamo completato l’Alta via delle Grazie da pochi giorni e già abbiamo nostalgia dei sentieri, delle mulattiere, dei bar di paese dove ci fermavamo a prender qualcosa di fresco, abbiamo nostalgia dei meravigliosi paesaggi che ci si aprivano dopo una curva o una salita nel bosco. Ci manca la genuinità, la generosità e lo sguardo semplice e dolce della gente bergamasca sempre pronta a darsi da fare per aiutarci o per scambiare due parole appena vedevano due “anime in pena” avanzare sotto il peso degli zaini e appoggiati alle loro bacchette.

Di cammini ne abbiamo fatti, ma questo è il migliore da un punto di vista paesaggistico e di accoglienza, ci siamo sentiti parte di una grandissima famiglia e sempre al sicuro ovunque andassimo.

L’arrivo a Bergamo è stato meraviglioso e pieno di emozione, la cornice artistica è stupenda! Così come la cerimonia nella Basilica di Santa Maria Maggiore e la consegna della Grazia.

Molti posti e molte persone ci sono rimaste nel cuore, come Roberto della Locanda a Parre e la signora Anna Serena a Novazza, se tutte le persone del mondo fossero come loro scoppierebbe la pace in un istante.

In ultimo, un ringraziamento, vero e profondo per te Gabriella, che hai creato e che stai portando avanti, oramai purtroppo da sola, questo cammino. Ci hai chiamato durante le tappe per sapere se stavamo bene e se avevamo trovato alloggio, ci hai dato moltissimi consigli ed è stato piacevole incontrarti di persona e vedere la passione e l’entusiasmo che metti in questo progetto.

Vai avanti così. Non mollare.

Grazie per le emozioni che ci hai regalato…

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